Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa fecero il
loro ingresso nel campo di concentramento di Auschwitz liberandone i
prigionieri e mostrando al mondo i prodotti del progetto di dominio e sterminio
nazista, le infrastrutture che lo resero possibile e le persone che ne furono
vittime.
In vista di questo giorno simbolico in cui annualmente si
racconta e celebra la memoria dell’Olocausto, il nostro libro del mese problematizza
il tema della Shoah attraverso quattro immagini potenti: le celebri fotografie
scattate e occultate da alcuni internati (membri del Sonderkommando) durante le
fasi più drammatiche della soluzione finale.
Si tratta di documenti unici, forme di resistenza ed
espressione di una volontà di raccontare le atrocità naziste, di comunicare con
l’esterno del campo e con le generazioni future.
Dalla camera a gas al crematorio, fino allo scavo delle
fosse comuni, a partire da questi drammatiche immagini si discute la
possibilità e la necessità della testimonianza, le dinamiche storiche ed
estetiche legate alla realizzazione e al tentativo di diffusione delle foto
clandestine tramite la resistenza polacca, il contributo da esse apportato alla
comprensione e trasmissione di una memoria così atroce.
Images in spite of all. Four photographs from Auschwitz è,
infatti, un testo che desidera collaborare
con la descrizione storica attraverso la valorizzazione delle testimonianze
fotografiche; le uniche forse in grado di trasmettere porzioni di memoria e
realtà dell’eccidio in spite of all, malgrado
tutto.
Perché se Auschwitz è per eccellenza il luogo dell’inimmaginabile,
dell’impensabile e dell’indicibile, ecco allora che la fotografia si configura
come “frammento di verità” laddove il Pensiero stesso ha fallito.
Disponibile al prestito in biblioteca.
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